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[Recensione Album] Esce il 22 maggio l’EP d’esordio “1984” della indie-rock band pugliese WARMHOUSE

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Segnatevi questa data: 22.V.2020, sarà il giorno in cui torneremo indietro nel tempo, nei fantastici intimi poetici e spensierati anni ’80, come? Ci accompagneranno il trio indie pugliese Warmhouse col loro EP di debutto 1984, anticipato dal brano Molko Monday in uscita l’11 maggio.

Il gruppo pugliese già attivo da diversi anni, nonostante la giovane età annovera già importanti riconoscimenti come il piazzamento in finale nell’Arezzo Wave Festival Puglia nel 2018 e 2019, e l’altro piazzamento semifinalista nel Premio Maggio 2018.

Con questi 4 brani in cui riecheggiano le atmosfere indie e new-wave di una musica che non è affatto dimenticata per chi l’ama, strizzando l’occhio a pilastri del genere come Joy Division, The Strokes e Arctic Monkeys; questi ragazzi ricompongono un nuovo passato ricordando e ripercorrendo quelle tappe adolescenziali che ci hanno resi le persone che siamo, abbracciando un sound a loro caro impreziosito di dolci arpeggi muri elettrici e bassi pulsanti.

Leonardo DeLarge


TRACKLIST

1. 1984 

2. Molko Monday 

3. Marble 

4. Pearl Moon 


LINE-UP: 

● Francesco Elios Coviello – lead vocals, synths, lyrics 

Agostino Nestola – guitars, synths, art concept 

Davide Cimmarusti – drums, backing vocals 

Pasquale Monti – bass guitar 

Registrato presso il Reh Studio (MATLaboratorio urbano di Terlizzi – BA) con mixing di Dario Tatoli aka Makai.

BIOGRAFIA 

Un annuncio in bacheca. Una vecchia Casio-Tone anni ‘80 a un prezzo stracciato, buone condizioni. Nient’altro. 

A ben vedere, invece, nell’involucro di cartone ci trovi anche un quaderno ingiallito, con delle poesie, versi di amore, prigionia, rimorso, violenza, in una parola: inquietudine. Sono tutte datate 1984, i luoghi sono alcune città sparse per l’Inghilterra, Manchester, Liverpool, e sono firmate da un tale Patrick R. 

Non è che un testamento involontario, i Warmhouse scelgono i versi dell’ignoto autore d’oltremanica per i loro brani e ne esce un disco vigoroso, intenso, crudo. Ogni brano è una tappa di un tour nella terra del ricordo, le atmosfere riecheggiano la new-wave allora appena neonata, il fermento artistico delle province operaie, il fremito delle prime etichette indipendenti e la vecchia Casiotone, fedele, osserva i musicisti scrivere, le chitarre sferragliare. 

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