Fuori su YouTube il video di Genesi, brano di esordio de Il Maestrale, collettivo di musicisti radicato in Puglia esponenti di un “mediterraneo postmoderno” che fonde musica pop rock ed elettronica con l’etnicità delle sonorità mediterranee.
Genesi è un brano di conflitto scritto in dialetto barese e lingua italiana e che trae spunto dal terzo capitolo della genesi biblica.
Il video trae spunto dalla celebre scena del serpente, della sua tentazione nei confronti di Adamo ed Eva che, in quanto uomini, è come se non riuscissero ad accontentarsi di una “vita banale”: devono lasciarsi tentare dal desiderio di scoprire cosa si celi dietro quel frutto succulento perché è la natura umana più intima a spingere a non accontentarsi mai, ad essere sempre instabili.
Un desiderio talmente grande da oltrepassare le raccomandazioni di Dio e accettare di mangiare la mela pur rischiando la sua ira e di andare incontro a una vita in cui ci si scopre nudi, inermi.
“Mangiare la mela a cosa ci ha portato, dunque? Alla primordiale consapevolezza che l’uomo è disposto a vestirsi di dolori per provare nuove emozioni, nonché che deve sempre tentare di vincere la sfida con Dio dimostrando di potercela fare.
Il risultato non è che la sofferenza, non è che l’umanità, non è che una foglia di fico che non ci coprirà mai del tutto. Non è che il caos che lascia all’uomo non meno che una sola e costante domanda: ‘E adesso io?'”– Il Maestrale.
Il Maestrale fonde la musica pop rock ed elettronica con l’etnicità delle sonorità mediterranee: vi è una sorta di filo rosso che si lega alla tradizione, quella della Puglia, pur non rinunciando a girare il mondo con la musica, sperimentando sonorità diverse e che fanno ogni volta proprie. È così che il Maestrale intende perseguire il proprio progetto, spingendosi sempre oltre anche nella ricerca di tipo testuale: non è raro ritrovare un pezzo ispirato ad un libro, un saggio, un mito greco od un passo biblico, come nel caso del primo singolo, “Genesi”.
Il Maestrale si disseta delle acque dell’Adriatico e intende ripercorrere radici antiche e profondamente immerse nella tradizione.
Il Maestrale nel primo singolo, Genesi, pone fondamentalmente una delle domande ontologiche che attanagliano da sempre l’umanità.
Perché esistiamo?
Questo è un quesito che, da Parmenide ad Heidegger, non ha mai trovato una risposta oggettiva.
Questo è il nocciolo di Genesi, che si estrinseca nella ripetuta frase “e adesso io?” alla quale replica un tormentato “adesso non lo so”.
Nei testi del Maestrale emerge un impegno intellettuale e la voglia di servirsi della musica come mezzo di condivisione e, altresì, come veicolo che marcia sulla via della libera espressione.
Il Maestrale è libero arbitrio: esiste perché la musica di Alessandra, Simona, Nicholas, Dario e Paolo è l’aria che si respira sul pianeta del Maestrale, terra pronta ad essere colonizzata da chiunque.
La profonda volontà alla base di questo progetto è che ogni ascoltatore riveda la musica del Maestrale come “una seconda volta” nella quale riflettersi e ritrovare ancora e ancora sé stesso o una versione rinnovata di sé.
Questa musica è composta dai suoi ascoltatori e dalle loro aspettative. Questa musica assomiglia ai suoi compositori.
Il Maestrale è un atto d’amore, nato dall’amore e condiviso con amore, entrate a farne parte.
Noi vogliamo solo dare.