Disponibile da martedì 4 ottobre per la neo etichetta discografica Zero Nove Nove il Rework di Amoreamaro, l’incontro tra Maria Mazzotta e Go Dugong, due artisti pugliesi che ricoprono un ruolo di primo piano rispettivamente nella scena della world music in tutte le sue declinazioni più remote e contemporanee.
“Amoreamaro” è la title track del primo album solista di Maria Mazzotta, un lavoro discografico che ha ricevuto elogi e riconoscimenti nel settore della world music a livello internazionale.
La strada di Maria Mazzotta si incrocia qui con quella di Go Dugong, producer tarantino impegnato in una ricerca originale tra elettronica e musica popolare.
In questo rework, Go Dugong dona ad Amoreamaro una veste inedita, una pizzica ritmiche immersa in un magma elettronico psichedelico di trance profonda e ipnosi.
La pubblicazione del brano, mixato e masterizzato da Andrea Neve, sarà accompagnata dalla release di un videoclip affidato a Nanni Mentre.
Le strade di due artisti pugliesi si incrociano in un brano sospeso tra tradizione ed elettronica.
Go Dugong firma il rework di Amoreamaro, la title track dell’acclamato esordio solista di Maria Mazzotta, dopo vent’anni di produzioni accanto alle più influenti formazioni e personalità artistiche della world music, che hanno fatto del una delle voci tra le più emblematiche del Sud Italia.
Il tour dell’album, uscito agli inizi del 2020 vede Maria Mazzotta tutt’ora impegnata in prestigiose venue e festival europei. Più di 100 concerti in più di 20 Paesi europei.
La collaborazione con il producer tarantino Giulio Fonseca, in arte Go Dugong, nasce dall’avvicinamento di quest’ultimo verso le sue origini, la Puglia.
Un percorso cominciato con TRNT, quattro brani “ambientati” a Taranto, nei quartieri che ne danno il nome (Salinella – Tamburi – Ilva – Lama) che hanno riscritto l’ibridazione tra folk meridionale ed elettronica; culmine della ricerca di Go Dugong è Meridies (Hyperjazz Records, 2021) – un disco fondamentale nella reinterpretazione della tradizione ritmica e musicale del Sud Italia, filtrata attraverso sintesi elettroniche e linguaggi contemporanei.
MARIA MAZZOTTA
La sua particolare versatilità fa di Maria Mazzotta una tra le voci più importanti del panorama pugliese e, più in generale, della world music alla quale si accosta con estremo rispetto e meticolosa ricerca con riguardo alle caratteristiche vocali, e non solo, che contraddistinguono le varie culture. Spaziando con naturalezza dalle sonorità del Sud Italia alle cadenze balcaniche, la sua sentita interpretazione coinvolge lo spettatore trascinandolo ed immergendolo nella cultura dei brani interpretati.
Giovanissima si dedica allo studio del pianoforte (per 7 anni), poi dell’arpa (per 3 anni) presso il Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce, e nel 1998 avviene il primo approccio con i canti della tradizione salentina attraverso l’ascolto delle fonti originali e la partecipazione attiva ai canti di riproposta.
Dal 2000 al 2015 fa parte del Canzoniere Grecanico Salentino, band con la quale incide 6 album e partecipa ai più importanti festival internazionali di world music.
Frequenta diversi workshop e masterclass approfondendo le varie tecniche vocali; con Sayeeduddin Dagar, tra i più noti cantanti Dhrupad Indiani, e con Bobby McFerrin che la sceglie per duettare nell’edizione 2008 del “Bari in Jazz”.
Volgendo lo sguardo ad est si appassiona alla musica balcanica e a soli 21 anni inizia una ricerca musicale presso vari musicisti di diverse nazionalità dell’est (greci, albanesi, macedoni, croati, rumeni, bulgari e tzigani che incontra nei suoi numerosi concerti). Da qui nasce il sodalizio col violoncellista albanese Redi Hasa che si completa fondendosi in una simbiosi musical-culturale da cui scaturisce il duo “Hasa-Mazzotta“, protagonisti di importanti tour e due album: Ura e Novilunio.
Nel 2006 fa parte dell’Orchestra Notte della Taranta diretta dal M° Concertatore Ambrogio Sparagna. Dal 2011 al 2014 è voce solista della stessa con la direzione del M° Ludovico Einaudi, del M° Goran Bregovic e del M° Giovanni Sollima.
Dal 2013 collabora, in qualità di cantante, con la compagnia di danza di Miguel Angel Berna realizzando gli spettacoli “Mediterraneo”, “La jota e la taranta”, “Cardia”, “Dos Tierras” esibendosi in diversi teatri nel mondo tra i quali Teatro Olimpico di Roma, Teatro Petruzzelli di Bari, Teatro del Canal di Madrid, Suzanne Dellal di Tel Aviv. Nel 2015 partecipa come cantante nella nuova pellicola di Carlos Saura “La jota”.
Nel 2020 pubblica Amoreamaro, album di debutto solista che ha ottenuto un grande riscontro dal pubblico e dalla critica musicale. Maria Mazzotta è tra i cinque finalisti delle Targhe Tenco nella sezione “Interprete di canzoni”; si classifica al nr. 8 (tra 708 nominati) tra i migliori dischi dell’anno nella World Music Chart Europe e al nr.9 della Transglobal World Music Chart, charts internazionali stilate da esperti giornalisti di settore; terzo posto al Premio Loano della tradizione; premio della giuria internazionale al Premio Parodi; selezionata per Womex (Portogallo), International Kulturbörse Fribourg (Germania) e Fira Mediterrania de Manresa (Spagna); finalista per il Preis der Deutschen Schallplatten Kritik (Germania) e per il FolkHerbst (Germania).
Vanta numerose collaborazioni con artisti nazionali ed internazionali, tra questi: Bobby McFerrin, Ibrahim Maalouf, Rita Marcotulli, Ballake Sissoko, Piers Faccini, Justin Adams e Juldeh Camara, Mannarino, Orchestra di Piazza Vittorio, Hysni (Niko) Zela e Fanfara Tirana, Eva Quartet, Klapa Otok, Bojken Lako, Raiz, Roy Paci, Raffaele Casarano., Bijan Chemirani, Mario Arcari, Rocio Molina.
Nel corso della sua carriera ha partecipato ad importanti rassegne e festival nazionali ed internazionali, tra questi: Womad (Australia, Nuova Zelanda, Uk), GlobalFest (New York), South by Southwest (Texas), Womex (Portogallo, Grecia), Small World Music Festival (Canada), Rainforest (Malesia), TarabTanger (Marocco), Soglie (Arabia Saudita), Babel Med Music (Francia), Les Suds a Arles (Francia), Sete Sois Sete Luas (Portogallo e Spagna), Karneval der Kulturen (Germania), At-tension (Germania), Festival Mito (Milano).
GO DUGONG
Go Dugong è il moniker di Giulio Fonseca, produttore e musicista italiano di base a Milano. Cultore di suoni globali, nelle sue produzioni innesta ritmi, lingue, strumenti, field recording e campioni provenienti da tutto il mondo; un collage di suoni a cui Go Dugong lavora con la passione del collezionista e la meticolosità dell’artigiano. Ogni risultato è animato da un’energia globale, in evoluzione perenne.
La sua carriera è un percorso che si snoda in più direzioni, come un prisma i cui tagli offrono varie prospettive da cui osservarne l’evoluzione.
Dal 2012, data di uscita del suo primo lavoro, ha collaborato con numerose etichette (dalle straniere LebensStrasse e AMDISCS, alle italiane Fresh Yo!, 42 Records, Hyperjazz e La Tempesta), portando la sua musica in giro per festival e venue, in Italia e nel mondo: Francia, Portogallo, Svizzera, Germania, Olanda, Brasile, USA.
Numerosi sono anche gli artisti internazionali con cui ha collaborato nel corso degli anni: El Buho, Témé Tan, Rafael Aragon, Miriam García, Sun Glitters, Slow Magic, Giraffage, Populous, Clap Clap.
Le sue uscite discografiche più rilevanti – da “A Love Explosion” a “Novanta”, passando per “Curaro” e gli EP “Was”, “(Indian) Furs” e “TRNT” – sono state accolte sempre dal plauso della critica specializzata e del pubblico, venendo sempre incluse nelle classifiche delle migliori release dell’anno sulle principali testate italiane.
Dopo le prime release, “White Sun”, “Carry A Flag” e “WAS”, caratterizzate da atmosfere chill-step, nel 2015 pubblica il suo primo LP, “A Love Explosion”, dieci beat strumentali che sono un inno all’amore, ispirati alle melodie e alle colonne sonore dei grandi compositori italiani, da Morricone a Umiliani, che spiazzano e colpiscono sia pubblico che critica.
La sua ricerca continua in una direzione più tribale e meticcia, un ponte che collega le differenti anime della città in cui vive, Milano, che ispira l’LP “Novanta”: un inno alla mescolanza, quella di stili e di etnie, culture, sapori, odori e musiche provenienti da ogni epoca e parte del mondo.
Hip hop ed elettronica, su cui si innestano ritmi, lingue, strumenti e campioni provenienti da America Latina, Medio Oriente, Balcani, Africa e Asia.
L’EP “(Indian) Furs” è invece un’opera sonora basata sulla tecnica del field recording e realizzata esclusivamente con suoni registrati in India (percussioni, processioni, radio dei taxi, clacson e animali nella giungla), dove Go Dugong ha viaggiato nell’estate 2016.
L’obiettivo è quello di trasmettere all’ascoltatore il mood di quel particolare viaggio, usando le registrazioni come se fossero ritagli di fotografie.
Il susseguirsi di queste due produzioni di Go Dugong evidenzia un rapporto di complementarità, in cui il melting pot si contrappone alla specificità di una tradizione, e il paesaggio urbano a quello naturale.
Nel 2018, anticipato dal singolo “Vidita” (cantato dalla musicista folk argentina Miriam Garcia), esce l’album “Curaro” in cui Go Dugong continua il viaggio iniziato con “Novanta”, attraverso sonorità esotiche, passando dall’Africa all’America Latina, puntando sempre alla mescolanza e non sposando mai un genere predefinito.
Se con “Novanta” il tema affrontato era quello del clash culturale metropolitano, qui l’ispirazione nasce dalla fascinazione per le prime civiltà, i cui miti e leggende sono inevitabilmente legati alla natura e all’universo; si generano così canzoni ispirate a credenze tribali, figure mitologiche, rituali ed esoterismo che fanno spesso riferimento a divinità o civiltà superiori arrivate dallo spazio.
“TRNT”, ultimo EP pubblicato nell’estate 2019 per la Hyperjazz Records di DJ Khalab, è un esperimento di rielaborazione della Tarantella (un’antica musica e danza popolare diffusa nell’Italia del sud) ispirato a Taranto, sua città di origine.
“Meridies”, il suo nuovo album in uscita a novembre 2021 per La Tempesta / Hyperjazz Records è un ulteriore passo in avanti lungo questo asse di ricerca, con l’obiettivo di rielaborare, evolvere e contaminare le tradizioni musicali della sua terra d’origine.
“Meridies” è attraversato da una costante tensione, un’energia salvifica ed evolutiva che sono lo specchio della personalità del suo compositore, passato nel corso degli anni a dialogare con diversi linguaggi sonori ed arrivato oggi ad una sintesi, un ricongiungimento con quelle che sono le sue radici accogliendole nel contemporaneo.