«Amoreamaro», il nuovo album di Maria Mazzotta, si conferma uno dei migliori dischi di world music dell’anno. A confermarlo la presenza, per il quarto mese consecutivo, nelle classifiche internazionali di genere: attualmente il lavoro è al nono posto nella World Music Charts Europe (www.wmce.de/index.html) e al diciannovesimo nella Transglobal World Music Chart (www.transglobalwmc.com/charts/june-2020-chart/). Un successo raro per un album italiano.
Il disco, venerdì 12 giugno, esce anche nella versione in vinile. Ad accompagnare la pubblicazione un nuovo video live: quello di “Vorrei volare/Ballata della presa di coscienza”, brano d’apertura dell’album, registrato nel dicembre scorso durante il concerto della Mazzotta, con Bruno Galeone alla fisarmonica, ai Cantieri Teatrali Koreja di Lecce.
Maria Mazzotta ha dovuto interrompere il suo tour internazionale a causa dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19, ma ora iniziano ad arrivare le prime nuove date. Il 7 luglio sarà a Napoli per il concerto di apertura della rassegna “7 gradi” nell’ambito del “Napoli Teatro Festival”. Il concerto sI terrà alle 19,30 nel Cortile delle Carrozze di Palazzo Reale.
Pubblicato da Agualoca Records, etichetta indipendente partenopea con lo sguardo rivolto verso latitudini distanti, “Amoreamaro” è un’intensa e appassionata riflessione, da un punto di vista femminile, sui vari volti dell’amore: da quello grande, disperato e tenerissimo a quello malato, possessivo e abusato. L’album è distribuito in Italia da Audioglobe, in UK da Proper Music, in Germania da Indigo e in Francia da Inouie.
“Vorrei volare/Ballata della presa di coscienza”. Si tratta di due stornelli, una forma musicale utilizzata tradizionalmente per comunicare qualcosa che solitamente in pubblico non si può comunicare, come una dichiarazione d’amore o, al contrario, delle offese. “Vorrei volare” è uno stornello d’amore tradizionale, tra i più conosciuti in Salento. La “Ballata della presa di coscienza” invece è firmato da Rina Durante, giornalista e scrittrice salentina, considerata una delle maggiori intellettuali che si sono interessate alla cultura pugliese nel Novecento. Negli anni 70 descriveva, tra le altre cose, la condizione sociale della donna in Salento.
Le riprese del videoclip sono state effettuate da Giuseppe Pezzulla, il montaggio da Federico Durante.
Un’intensa e appassionata riflessione, da un punto di vista femminile, sui vari volti dell’amore: da quello grande, disperato e tenerissimo a quello malato, possessivo e abusato. È “Amoreamaro”, il nuovo album di Maria Mazzotta, una delle personalità musicali tra le più emblematiche del Sud Italia. Già nel ‘Canzoniere Grecanico Salentino’, la Mazzotta è arrivata ad essere una delle voci più apprezzate del panorama della
world music europea.
Dieci brani in tutto, di cui due inediti, che attraversano senza timore tutte le emozioni che questo sentimento può suscitare, trovando nel canto, come da tradizione popolare, la catarsi, la consolazione, la forza e la “cura”. Si va dagli stornelli ai brani di tradizione riarrangiati ed arricchiti con nuove sonorità e parole, sino alle pietre miliari che hanno lastricato la strada della grande canzone Italiana come “Lu pisci Spada” di Domenico Modugno, “Tu non mi piaci più” portata al successo da Gabriella Ferri e “Rosa canta e
cunta” della grande cantautrice siciliana Rosa Balistreri.
Ma il cuore del disco alberga nei due inediti in lingua salentina: “Nu me lassare”, una dolorosa ballata d’amore, un’invocazione a chi non c’è più, e la title track “Amoreamaro”, una pizzica, tradizionalmente ritmo risanatore per le “tarantolate”, che idealmente si prefigge di guarire un mondo malato.
A guidare musicalmente il tutto ci sono la fisarmonica ed il pianoforte del malgascio Bruno Galeone, al quale talvolta si uniscono i tamburi etnici e le percussioni dell’iraniano Bijan Chemirani (in “Tore Tore Tore”) e il didgeridoo di Andrea Presa (in “Amoreamaro”).
L’album è stato pubblicato il 10 gennaio 2020 da Agualoca Records. L’illustrazione in copertina è un lavoro esclusivo di Simone Lomartire. Grafica di Giulio Rugge.