L’album “Amoreamaro” di Maria Mazzotta, già tra i finalisti delle Targhe Tenco nella sezione “Interpreti”, è al numero 8 (tra 708 nominati) tra i migliori dischi del 2020 nella World Music Chart Europe, la classifica internazionale stilata da esperti giornalisti.
Un anno davvero difficile per tutto il mondo della musica dal vivo, un anno in cui i traguardi raggiunti valgono doppio. Un 2020 ricco di soddisfazioni per Maria Mazzotta e il suo disco d’esordio solista: finalista per la Targa Tenco nella categoria “Interprete di canzoni” (Targa poi assegnata a Tosca), nr. 9 della classifica internazionale Transglobal World Music Chart riferita alla stagione 2019/2020, nr.8 della World Music Chart Europe, finalista al Premio Parodi (che si terrà a Cagliari nel 2021), showcase alla Fira Mediterrania de Manresa (Spagna), showcase all’International Kulturbörse di Friburgo (Germania, gennaio 2021), finalista per il Preis der Deutschen Schallplatten Kritik (Germania), nomination per il premio “Freiburger Leiter” (Germania, gennaio 2021).
“Amoreamaro” è una intensa e appassionata riflessione, da un punto di vista femminile, sui vari volti dell’amore: da quello grande, disperato e tenerissimo a quello malato, possessivo e abusato. Dieci brani in tutto, di cui due inediti, per un disco – presentato in anteprima alla Fira Mediterrania de Manresa (Spagna) nell’ottobre 2019 – che attraversa senza timore tutte le emozioni che l’amore può suscitare, trovando nel canto, come da tradizione popolare, la catarsi, la consolazione, la forza e la “cura“.
Si va dagli stornelli ai brani di tradizione riarrangiati ed arricchiti con nuove sonorità e parole, sino alle pietre miliari che hanno lastricato la strada della grande canzone Italiana come “Lu pisci spada” di Domenico Modugno, “Tu non mi piaci più” portata al successo da Gabriella Ferri e “Rosa canta e cunta” della grande cantautrice siciliana Rosa Balistreri.
Ma il cuore del disco alberga nei due inediti in lingua salentina: “Nu me lassare”, una dolorosa ballata d’amore, un’invocazione a chi non c’è più, e la title track “Amoreamaro“, una pizzica, tradizionalmente ritmo risanatore per le “tarantolate”, che idealmente si prefigge di guarire un mondo malato. A guidare musicalmente il tutto ci sono la fisarmonica ed il pianoforte del malgascio Bruno Galeone, al quale talvolta si uniscono i tamburi etnici e le percussioni dell’iraniano Bijan Chemirani (in “Tore Tore Tore”) e il didgeridoo di Andrea Presa (in “Amoreamaro”). L’illustrazione in copertina è un lavoro esclusivo di Simone Lomartire, la grafica di Giulio Rugge.
“Amoreamaro”, pubblicato dall’etichetta discografica campana Agualoca Records, è distribuito in Italia da Audioglobe, in UK da Proper Music, in Germania da Indigo e in Francia da Inouie. Maria Mazzotta, coadiuvata dall’agenzia di booking e management Zero Nove Nove, ha voluto legare a questo suo ultimo lavoro discografico anche l’apertura di una collaborazione con Save the Children per raccogliere fondi da destinare a operazioni umanitarie.
CHI E’ MARIA MAZZOTTA
Maria Mazzotta è una tra le voci più importanti del panorama folk italiano e della world music internazionale. Nella sua carriera ha collaborato con nomi del calibro di Bobby McFerrin, Ibrahim Maalouf, Rita Marcotulli, Ballake Sissoko, Piers Faccini, Justin Adams e Juldeh Camara, Mannarino, Hysni (Niko) Zela e Fanfara Tirana, Eva Quartet, Klapa Otok, Bojken Lako, Raiz, Roy Paci, Roberto Ottaviano, Raffaele Casarano, Bijan Chemirani e Mario Arcari. Dal 2000 al 2015 ha fatto parte del Canzoniere Grecanico Salentino, band con la quale ha inciso sei album e partecipato ai più importanti festival di world music.
Nel suo percorso di approfondimento delle varie tecniche vocali ha incontrato Sayeeduddin Dagar, tra i più noti cantanti Dhrupad Indiani, e Bobby McFerrin che la sceglie per duettare nell’edizione 2008 del “Bari in Jazz”. Volgendo lo sguardo ad est si appassiona alla musica balcanica e a soli 21 anni inizia una ricerca musicale con vari musicisti di diverse nazionalità (greci, albanesi, macedoni, croati, rumeni, bulgari e tzigani che incontra nei suoi numerosi concerti). Da qui nasce il sodalizio col violoncellista albanese Redi Hasa in una simbiosi musical-culturale da cui scaturisce il duo “Hasa-Mazzotta”.